L'Interaction Design può cambiare il destino del tuo business e migliorare il rapporto con i tuoi clienti, diventando una delle chiavi del tuo successo (o insuccesso). Non ci credi? Se pensi che sia l'ennesima espressione inglese in voga o magari un “pallino” di creativi e designer, sappi che l'Interaction Design è la ragione per cui gli smartphone hanno rivoluzionato il rapporto fra uomo e tecnologia, trasformando il vecchio concetto di telefono con dispositivi privi di tasti fisici e dominati da un grande schermo touch. È il motivo per cui molti amanti della lettura si sono convertiti di buon grado all'uso degli eBook reader o per cui i cruscotti delle automobili di oggi non assomigliano a quelli di vent'anni fa, o per cui l'interno di una lavastoviglie è organizzato in un certo modo. Ed è anche grazie ad esso se alcuni siti web e applicazioni sono tanto popolari.
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Sono esempi volutamente eterogenei, perché questo insieme di teorie e tecniche di progettazione si applica agli ambiti più disparati, a partire da alcuni principi di fondo sempre validi. La facilità d'uso è un po' il cuore dell'Interaction Design. Ma c'è molto di più, altrimenti parleremmo solo di usabilità e di user experience design, concetti solo in parte sovrapponibili. Sei curioso di capirci qualcosa in più? Se avrai pazienza, potrai imparare a progettare nuovi servizi facili, piacevoli e intuitivi da usare. E questo significa più traffico, più potenziali clienti, più fidelizzazione, più business. Cerchiamo allora di capire meglio alcuni segreti dell'Interaction Design.
Come da definizione, l'Interaction Design (abbreviato talvolta con la sigla IxD) è un approccio alla progettazione incentrato sull'interazione, cioè sul modo in cui un prodotto o servizio viene usato dal suo destinatario. Si tratta di un'importante componente della più ampia disciplina dello user experience design (UX Design), che si focalizza sull'esperienza utente, e con cui l'IxD condivide i principi di semplicità, intuitività, coerenza dell'esperienza d'uso. In altre parole, qualsiasi oggetto, materiale o digitale, dev'essere piacevole, comodo, facile da usare, senza intoppi, malfunzionamenti e complicazioni non necessarie.
Ma se è vero che l'Interaction Design bada alla forma e all'estetica al pari di altre branche del design, la sua principale preoccupazione è un'altra: è focalizzata sui comportamenti, sulle azioni e reazioni che intercorrono fra l'utente e l'oggetto. Ogni gesto è un'interazione: premere un pulsante, ruotare una maniglia, fare un tap sullo schermo dello smartphone e via dicendo. Nell'IxD la funzionalità prevale sull'estetica.
Uno tra i principali campi d'intervento dell'IxD è la definizione e realizzazione delle interfacce, ovvero degli elementi che compongono il livello intermedio posto fra l'oggetto e il suo utilizzatore. Non dev'essere una presenza ingombrante, anzi: quanto meno l'interfaccia è percepita, tanto più naturale è l'interazione. Oggi in ambito tecnologico si parla sempre più di “interfacce trasparenti”, l'obiettivo a cui idealmente tendono le aziende che creano dispositivi hardware e applicazioni. Esempi di interfacce (quasi) trasparenti sono quelle vocali di software come Siri e Google Assistant, che rispondono ai comandi usando il linguaggio naturale, e quelle visive degli smart glass di realtà aumentata, in cui le immagini digitali sono mostrate sulle lenti del visore.
I metodi di IxD potranno aiutarti ad attrarre e fidelizzare clienti. Pensa a un sito web: è un sistema complesso, fatto di percorsi (la struttura del menu, i link interni ed esterni, l'apertura di nuove pagine o finestre, per esempio) e di azioni (ingrandire un'immagine, avviare un video, aprire una chat, cercare un prodotto, acquistarlo, eccetera). Se ogni interazione è logica, intuitiva e semplice, il tuo prospect o cliente sarà spinto a proseguire nell'utilizzo. Ne beneficerà la sua più ampia user experience, di cui l'interazione è una componente accanto agli aspetti emotivi, alla piacevolezza estetica e ad altri aspetti di UX design.
Da dove partire? Vediamo i cinque pilastri dell'Interaction Design e come metterli in pratica.
Come puoi esser certo di progettare la migliore interazione possibile senza trascurare alcun aspetto? Dovrai considerare cinque dimensioni, così come indicate dalla designer Gillian Crampton Smith (le prime quattro) e da Kevin Silver (la quinta). Le prime tre rendono possibile l'interazione, le ultime due ne definiscono forma e confini.
Le cinque dimensioni descritte forniscono uno schema utile per qualsiasi progetto di IxD. Per un approccio più pragmatico, se sei alle prime armi, puoi anche prendere spunto da questa lista di domande:
Le domande elencate sono solo alcune delle innumerevoli che dovrai porti, a seconda delle caratteristiche specifiche del tuo progetto. Ma ora dovresti aver capito quale sia l'approccio dell'Interaction Design. Soprattutto, dovresti aver capito perché sia tanto importante farci attenzione.
Un buon design risolve problemi, non ne crea di nuovi. Può introdurre degli elementi di sorpresa, piacevolezza estetica e novità, ma per piacere al destinatario deve innanzitutto badare all'interazione. Non è un caso se il mouse non è ancora passato di moda (ma è diventato più ergonomico), se Apple ha brevettato i gesti e l'interfaccia grafica dell'iPhone, se preferiamo usare la chat di WhatsApp piuttosto che quella di una qualsiasi altra app più macchinosa.
Se il prodotto o servizio da te proposto è simile a quello della concorrenza, puntare sull'Interaction Design ti regalerà un sicuro vantaggio sui tuoi competitor. Davanti a un'offerta simile e a prezzi simili, è probabile che l'utente scelga l'azienda che gli garantisce una migliore interazione. A questo punto, per passare davvero all'azione, non ti resta che scaricare il nostro eBook gratuito “Come progettare una user experience efficace”. Per averlo, ti basterà compiere l'interazione più facile e immediata al mondo: un click del mouse!