La programmazione della produzione è cambiata. O meglio, dovrebbe cambiare, perché l’industria è stata travolta da ondate di innovazione tecnologica e di processo di tale portata che si parla, non a torto, di una “quarta rivoluzione industriale”. Automazione software e meccanica, sensori installati in catena di montaggio e nei magazzini, reti wireless: tante possibilità, che necessitano di investimenti ma possono tradursi in concreti vantaggi. Chi ha avuto il coraggio di investire ha guadagnato velocità e agilità, mentre le aziende che oggi continuano a lavorare esattamente come facevano due, cinque o dieci anni fa dovrebbero, forse, porsi il dubbio di dover fare un passo nel presente.
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Industry 4.0 non è solo un slogan e non è solo un’opportunità di diventare genericamente più “tecnologici”, rinfrescando l’immagine dell’azienda agli occhi di clienti e fornitori. Oggi la produzione stessa è cambiata: per pochi beni commodity si può ancora concepire una offerta di massa, monolitica, non soggetta a oscillazioni e modifiche continue. Per molti altri ambiti, invece, sono entrate in campo nuove logiche di “personalizzazione di massa”, utili per differenziarsi dalla concorrenza e per conquistare la fedeltà dei clienti.
L’industria 4.0 ha trasformato la programmazione in molte sue dinamiche, senza però invalidare i principi di fondo. Vediamo più nel dettaglio che cosa è rimasto del “vecchio mondo”, precedente al 4.0, e che cosa è cambiato.
La programmazione della produzione serve a trasformare gli obiettivi del piano aziendale definito dai manager in una sequenza di azioni definite, operative, dettagliate. In programmi di produzione, appunto. L’azienda, naturalmente, può avere più di un obiettivo ma uno, in particolare, sarà quello primario e prevalente: per esempio un limite di budget, il raggiungimento di determinati volumi di vendita, una riduzione dei costi, eccetera. Poiché gli obiettivi variano da contesto a contesto (a seconda che l’azienda sia piccola o grande, che operi in un mercato o in un altro, che la domanda sia stagionale oppure soggetta a picchi imprevedibili, che la capacità produttiva sia più o meno flessibile, ecc.) e da momento a momento (fase di crescita, di decrescita, aumento della competizione di mercato, futura adozione di sistemi di automazione, ecc.), necessariamente la programmazione dev’essere flessibile, capace di adattarsi alle circostanze.
Questa esigenza di flessibilità resta valida anche ai tempi dell’industria 4.0. Bisogna poi tener conto del fatto che la trasformazione 4.0 è un work in progress, non avviene dall’oggi al domani ma comincia solitamente in un’area per poi allargarsi ad altre. Dunque non avrebbe senso una separazione troppo netta fra un sistema di programmazione della produzione per aziende “tradizionali” e uno adatto al 4.0. Ciò che oggi serve è un software completo, flessibile, applicabile ai contesti 4.0 e a quelli che stanno transitando verso tale modello.
Otto tecnologie 4.0, in particolare, hanno avuto e avranno impatti sulla programmazione della produzione. Le aziende devono attrezzarsi, puntando a trarne il massimo vantaggio.
In sintesi, potremmo dire che l’ondata di innovazioni tecnologiche 4.0 impone al processo di pianificazione quattro fondamentali cambiamenti: deve diventare più veloce e automatizzato, più reattivo ai dati provenienti “dal campo”, dotato di migliori capacità di simulazione e più abile nell’ottimizzare l’uso degli impianti. Un software di production planning & scheduling al passo con i tempi può aiutare a vincere queste quattro sfide.
Da decenni, gli ERP e i fogli di calcolo sono gli strumenti più usati nelle attività di programmazione della produzione. Nell’epoca attuale, però, Excel è diventata una risorsa insufficiente e inadeguata per eseguire un lavoro di planning e schedulazione sempre più complesso. I fogli di calcolo richiedono un elevato numero di operazioni manuali, dunque inevitabilmente risultano lenti e soggetti all’errore umano: basta un numero riportato male o inserito nella casella sbagliata per determinare risultati fuorvianti, e dunque inefficienze e problemi nella programmazione. I fogli di calcolo, inoltre, sono strumenti statici, che non aggiornano in automatico i dati contenuti al loro interno.
I software di Advanced Planning and Scheduling sono esattamente l’opposto. Queste soluzioni offrono funzionalità che velocizzano, semplificano e rendono più efficace la programmazione della produzione nelle sue diverse fasi (planning generale, Material Requirements Planning, schedulazione, ottimizzazione), tenendo conto di numerose variabili e tipi di dati. I sistemi MES (Manufacturing Execution System) e gli ERP (Enterprise Resource Planning) sono le principali fonti di dati con cui questi software possono “dialogare”. L’integrazione con i sistemi MES è essenziale per poter offrire una panoramica completa, un colpo d’occhio totale e sempre aggiornato su ciò che accade in ogni momento nei processi di produzione. Il vantaggio è evidente: se si verifica un guasto o un intoppo di qualsiasi genere, il software 4.0 lo evidenzia in tempo reale, così che si possa intervenire tempestivamente. L’integrazione con gli ERP, invece, permette di disporre di moltissimi tipi di dati, importabili all’interno del programma in pochi secondi e in un paio di click.
Un’altra caratteristica distintiva, valore aggiunto dei software “4.0” come Cegeka myPlan, sono le funzioni di ottimizzazione della produzione. Grazie alla programmazione a vincoli e agli algoritmi, i software possono calcolare quale sia il migliore planning o il migliore scheduling per ottenere un certo risultato, massimizzando la funzione obiettivo scelta e rispettando i vincoli. L’ottimizzazione è una tra le fasi più complesse della programmazione della produzione: dipende, infatti, da innumerevoli variabili, determinate sia da limiti materiali e di processo (i vincoli) sia dagli scopi che si desidera ottenere (funzioni obiettivo) e dalle priorità assegnate a questi elementi. Fortunatamente, gli algoritmi compiono senza fatica un lavoro che altrimenti porterebbe via molto tempo e che non potrebbe essere fatto con la stessa efficacia.Nell’era del software le aziende sono più libere di scegliere, di cambiare, di correggere. Inoltre possono definire le proprie strategie sulla base dei dati, cioè di una conoscenza che è mutevole ma sempre oggettiva e misurabile. Non è l’azienda a doversi conformare alle circostanze o ai processi già in corso, ma al contrario ogni decisione può essere presa sapendo che si tratta della specifica, miglior scelta in quel preciso momento, in relazione a quei precisi vincoli, priorità e obiettivi.
Un software come Cegeka myPlan 4.0 rispetta la regola d’oro della flessibilità: sa adattare la programmazione della produzione al contesto, e non viceversa. In questo articolo abbiamo solo fatto accenno ad alcune delle sue caratteristiche, ma se sei curioso di capire come poter migliorare tutte le fasi della programmazione - dalla pianificazione allo scheduling, fino all’ottimizzazione - ti invitiamo a scoprire tutti i vantaggi di Cegeka myPlan 4.0 nell’eBook "Il production planning nell'industria 4.0: inizia l'era degli algoritmi".